Mai dichiarare il proprio amore seduti sul sagrato di una chiesa. E se ci siete già cascati, rimediandone sofferenza al cuore e ai glutei, abbiate almeno l’accortezza di non commettere lo stesso errore una seconda volta. D’accordo, vi piace sfidare la sorte. Ma cercate di ricordare che una chiesa in cui ogni 27 di aprile si celebra, ininterrottamente da chissà quanti anni, una messa in suffragio di Benito Mussolini, non può che portarvi male.


Lo sognò bianco. Una enorme fontana di cristallo, i bagliori rosa del tramonto la accendevano in miliardi di gocce. Il corpo centrale un’alta torre cilindrica, decorata con fregi gotici, finiva in punta di campanile. In cima, tra gli archetti dove si sarebbero potute immaginare due campane in bronzo, un potente faro roteava il suo occhio verso l’oceano.