Culi di Pietra #1 – Il Parco delle Terme di Acireale

Passeggiano per i vialetti, sotto la volta scarmigliata degli alberi. Non hanno fretta. Scelgono una panchina, siedono, ridono, si baciano. Si rimettono in piedi e continuano a vagare per il parco, a guardare le foglie. Come nel loro Eden, sono soli.
Tornano a sedersi, lui addirittura si sdraia, lei si mette per traverso, gli si appoggia sulla pancia. Si guardano da vicino, parlano, si accarezzano. Intanto una mamma, africana a giudicare dal suono della lingua, viene a pranzare. Suo figlio è un marmocchio in maglietta a righe a cui scappa la pipì.

Il Parco delle Terme è ciò che resta della gloria di un secolo fa, il giardino infoltito dal tempo che sull’edificio dello stabilimento ha invece sfogato la sua violenza. La facciata est è un’escoriazione di fregi e cornicioni consunti e caduti, la terrazza sul mare chiusa all’accesso, pericolante. Il Caffè dele Terme una casupola coi vetri sfondati. Desolazione. Meglio non guardarlo, il cemento.

Le piante sembrano in buona salute. Un giardiniere deve aver ripulito alcune aiuole in cui finiscono di bruciare dei cumuli di sterpi. Poco lontano, una piccola esplosione di rose.
La piscina sarà aperta anche in inverno, stanno finendo di montare la copertura. Un signore gentile mi informa sui prezzi. E mi spiega che il parco apre verso le 6 del mattino (ma credo esageri) e chiude alle 20. Mi rimane il dubbio sulla domenica.
La bambinopoli non sembra messa troppo male. Il bimbo africano la sta testando con successo. C’è qualche metro di prato sotto la scivola. La prossima volta mi porto un telo.
Per oggi mi accontento di una panchina per culi a strisce, tra il Chisciotte e la gabbia bianca.
Se si escludono le automobili che passano fuori dal recinto, il silenzio qui è fatto di chiacchiere tra uccelli.

Penso che questo posto deve essere stato un tempo espressione di benessere. E magari potrebbe esserlo ancora. Con un orto botanico, gli esercizi di un violinista, altri libri attorno oltre al mio. A proposito, Jean-Claude Izzo, Casino Totale.
Il Parco delle Terme è promosso, è un luogo idoneo alla lettura rilassata. Ma la città non sembra curarsene.

Il problema è sempre quello di arrivarci, in bicicletta, e poi tornare a casa. Al mio peggior nemico, così come agli amministratori e ai cittadini che hanno scientificamente ucciso Acireale e dimenticato il diritto a una vita di qualità, auguro via Galatea in bici con la pioggia e una fila di automobili che avanza cinque metri ogni cinque minuti, tra una Uno Diesel e un SUV che ha per clacson una vuvuzela e per autista un suonatore urbano ossessivo. Dimenticavo, la bici è senza sellino.
Se volete evitare la maledizione, prendete un libro a caso dalla vostra libreria e correte al parco.

3 Comments
  • alfredo
    Posted at 17:57h, 28 Settembre

    Sto leggendo Casino Totale in questo stesso momento. Ho letto la trilogia di Montale praticamente al contrario, Casino Totale per ultimo.

  • lucha
    Posted at 18:02h, 28 Settembre

    Io avevo visto i vostri commenti entusiasti e all’aeroporto di Roma ho deciso di procedere in ordine. Avevate ragione, tu, to frati, Biagio etc., è un piacere raro leggere Izzo.

  • alfredo
    Posted at 18:22h, 28 Settembre

    Allora buona lettura, io penso il mio preferito sia Chouro, insieme a Il sole dei morenti, che non fa parte della trilogia ma e’ di una profondità umana rara.