L’albero e il mare

Blu in penombra e lattea di denti

l’acqua per i pesci sul cuscino, tesse

il buio umori di pianeti giù

dove danza agita onde quiete.

Miele soffia dalle labbra, e sale,

frutta matura, erba sottile,

luce per le mani cieche,

un occhio su ogni dito a pascolare.

Notte veglia e la città rimane

curiosa a guardia della pelle,

del vento che si gonfia fra le mura,

dei seni accesi in punta di stella.

L’attesa che ci ha presi si fa

stretta ai fianchi, nuda infine,

senza offesa e muta di parole,

affida spezie, vele e carne.

E sul cuscino adesso spera

e dorme un albero soltanto,

dai piedi per il tronco rampica

la febbre dei tuoi fiori bianchi.

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