ma infatti

Siamo uguali all’abbraccio

a una folla di teste

alla lotta e l’amore che leggi

alle nostre promesse.

 

Noi non siamo l’esilio

mani fredde e rimorso

né le labbra poi chiuse

cielo poco disposto.

 

Siamo gru su una zampa

un’attesa di ventre

tempo lento di piazza

la mancanza pulsante.

 

Ci sprechiamo a negare

di esser treccia di spiga

di aver vuoto e bisogno

preferiamo fatica.

 

Siamo e non la paura

nervi e stomaci in gorgo

luce grigia di maggio

infortuni di giogo.

 

Ma non diamo ragione

al silenzio dei senza

altalena dei forse

sangue stretto alla morsa.

 

Siamo noi che chiamiamo

e chi amiamo risponde

basta un braccio di vento

brace, pace, orizzonte.

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