Masochisti della democrazia rappresentativa

Cari elettori e appassionati di politica, state vivendo ancora una volta uno dei momenti più emozionanti della vostra esistenza, da quando avete scelto di interessarvi, partecipare e da quando avete avuto accesso al voto.

Dall’apertura della campagna elettorale alla comunicazione ufficiale dei risultati, attraverserete ancora una volta questo periodo di passione: leggerete, discuterete, ascolterete, criticherete, insulterete i vostri avversari, prenderete posizione, con o senza dubbi di sorta, e difenderete a spada tratta la vostra scelta. Nel frattempo vi godrete lo spettacolo televisivo, l’emozione e l’adrenalina tipica della competizione sportiva.

Le ipotesi sono due, o lo fate solo per sport, appunto, oppure credete davvero che il vostro voto e tutti quelli che la vostra parte riuscirà a raccogliere saranno la linfa del cambiamento, la rivoluzione dei numeri e delle persone, la spinta in avanti per il paese. Forse credete davvero che il futuro dipenda dalla vostra preferenza. Ecco, il punto sta proprio nel verbo, voi ci credete.

Non è mia intenzione tacciarvi di ingenuità, avete tutto il diritto di credere in quello che vi pare. Ma se mi permettete una opinione, siete seriamente recidivi.

Non ci siete già passati? Sforzatevi un attimo, provate a ricordare.

Ricordate le tante volte che avete creduto in Berlusconi oppure la volta che vi siete affidati all’Ulivo e poi all’Unione di Prodi?

Ricordate come il giorno dopo il voto nutrivate una incredibile speranza nell’azione del governo sostenuto dalla coalizione a cui avevate destinato la maggioranza delle preferenze?

Ricordate come poi, nel corso dei mesi e degli anni, vi siete chiesti cosa diavolo stesse succedendo? Le promesse erano sparite, il programma volatilizzato.

L’esecutivo si limitava a quattro fondamentali misure: aumento delle imposte, tagli a sanità pubblica, istruzione, cultura, riforma delle pensioni, riforma del lavoro. Condiva il tutto con provvedimenti mirati a risolvere imbarazzanti situazioni personali del leader o a prendere discutibili posizioni interventiste sulle missioni di guerra.

Che fine aveva fatto la speranza, la fiducia nel rinnovamento, il cambiamento che stavate aspettando e che avevate creduto di scegliere con il vostro voto? Che fine avevano fatto i vostri interessi che avrebbero dovuto essere tutelati, le vostre richieste che avrebbero dovuto essere esaudite?

Nessuna traccia. La concreta sensazione di una gigantesca presa in giro orchestrata ai vostri danni. Quanto basta a giustificare una rabbia che avrebbe potuto portarvi a decisioni estreme e a definitive reazioni di forza per invocare il rispetto della vostra volontà.

E invece niente. Non avete mosso un dito. Non avete nemmeno chiesto il perchè. Non avete nemmeno obbligato i vostri partiti di riferimento a farsi carico della propria responsabilità di bugiardi e sparire dalla scena.

E cosa avete fatto invece?

Li avete votati di nuovo, li avete scelti ancora. Magari hanno cambiato sigla, ma non può certo bastare un dettaglio del genere a farvi fessi. Lo sapevate benissimo che facce e nomi erano gli stessi, così come i programmi e le promesse. Eppure ci siete cascati ancora una volta. No, mi correggo, non ci siete cascati. Andate fieri della vostra democrazia, quindi non voglio togliere importanza alla vostra sovranità: voi avete scelto consapevolmente di eleggerli di nuovo. Con gli stessi identici risultati: nessuna promessa rispettata.

Oggi vi si ripresenta tra le mani una nuova occasione. La legge elettorale non è cambiata, ancora una volta non avrete dunque la possibilità di scegliere le persone, voterete bensì, nella maggior parte dei casi, una lista di nominati dalle segreterie. Non importa, l’importante per voi è esercitare il diritto, anche se castrato.

Lo scenario politico si presenta ai vostri occhi frammentato e frastagliato: rallegratevi, è già finito il bipolarismo (ma era mai iniziato?), avete l’imbarazzo della scelta!

Vi hanno già chiamati al voto utile. Andrete dunque a votare ciecamente convinti che questa tornata sarà quella buona. Stavolta non sbaglieranno, non vi inganneranno, rispetteranno voi, le vostre vite, i vostri figli.

Stavolta terranno fede ai loro impegni, vi rappresenteranno davvero e come si deve. Faranno battaglia per voi e per le vostre necessità.

Non si faranno beffe del diritto di delega che voi ritenete il bene più prezioso della cittadinanza (non importa se negli anni lo avete usato così male da screditarlo. Lasciatemi però dire che di solito le cose preziose si conservano e usano con estrema cura).

Ameranno davvero voi e il paese, lavoreranno per il futuro, metteranno a tacere la crisi con misure di sviluppo che partano dalle esigenze del popolo. Più lavoro, più ricerca, eccellenza, made in italy, nuove tecnologie, piccola e media impresa, meritocrazia, no agli sprechi, lotta all’evasione, alleggerimento della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti, più figa per tutti, famiglia, matrimoni gay, patrimoniale, abolizione dell’imu, un milione di posti di lavoro…

No, ma veramente eh. Credeteci.

Poi però non venitemi a raccontare la delusione, lo scoramento, la fame. Non venitemi a dire che non arrivate alla fine del mese. Non dite che piove, governo ladro, o vi spacco l’ombrello in testa, perchè è facile dare del ladro, a parole, a quelli che avete mandato al potere non una ma svariate volte.
Non venitemi a dire che vi sentite maltrattati, offesi, truffati, feriti.

L’avete voluto voi. Perchè vi piace, perchè non potete farne a meno.
Voi che delegate, voi che regalate il potere.

2 Comments
  • un indeciso
    Posted at 15:54h, 24 Gennaio

    ma tu come protesti? ci indichi una soluzione diversa a questa deriva della democrazia?

  • martina
    Posted at 22:30h, 21 Agosto

    La soluzione é scritta. Ma al momento si può solo sognare che tutti si impari a leggerla.