Come colorare una bicicletta senza farle del male

“[…]Ad ogni modo, attenti a quel che fate, direttori! Anche le rose sono ingenue e dolci, ma forse sapete che in una guerra di due rose perirono principi ch’erano un nero fulmine, accecati da petali di sangue. Non vi accada che le biciclette si destino un giorno irte di spine, che le manopole del loro manubrio si rizzino disponendosi per l’attacco, che corazzate di furore assaltino a legioni i cristalli delle compagnie di assicurazione, e che il ferale giorno si chiuda con un tracollo in borsa, con un lutto di ventiquattro ore, e biglietti listati di nero con cui la famiglia commossa ringrazia”.

(Julio Cortázar, Vietato introdurre biciclette da Storie di cronopios e di fama, Einaudi, Torino, 1971)

 

Povere sorelle, ferme, piantate sui marciapiedi, truccate male, il rossetto sulle unghie dei piedi, il mascara nelle orecchie, il fondotinta sotto le ascelle. Come figlie rubate di notte e rese irriconoscibili in tutta fretta. Rivendute la mattina. Immobili fioriere, esposte come nani da giardino. Le catene, i freni, i cerchi irrigiditi dalla vernice, atrofizzati. Trovata commerciale che le vuole statiche e sgargianti, coperte da uno spray sguaiato, sbavato, incurante della loro ansia di strada e di vento. Chiuse a dormire in negozio e poi svegliate solo per due o tre metri fuori dalla porta. Simbolo dell’ennesima approssimazione, della mediocrità di una città tanto abituata al grigio da non sapere più nemmeno come usare il colore.

Abbiatene pietà, cittadini. Dipingetele con amore e attenzione. Portatele in giro, pedalatele ogni tanto. Sotto la coltre che avete scelto per loro, sono esseri liberi. Libereranno anche voi.

Istruzioni spicciole per dipingere una bicicletta senza soffocare la sua natura di creatura votata al movimento

Data una bicicletta, identifichiamone la parte non mobile o smontabile, denominata “Telaio”. Il telaio è la struttura fissa del nostro mezzo, generalmente di materiale metallico, e cioè l’”ossatura strutturale costituita da varî elementi, per lo più rettilinei, disposti in modo da formare un’armatura più o meno rigida e indeformabile” (Treccani).

E’ questa la parte della nostra banatomia della biciclettaicicletta che potremo colorare a nostro piacimento, assieme alla forcella anteriore, e cioè le due gambette che accolgono la ruota anteriore, più difficile da smontare.

Se abbiamo tempo e gli utensili necessari, possiamo smontare tutte le altre parti mobili, normalmente cromate, della bici: le ruote, la sella e il cannotto, il manubrio e il suo piantone, i freni, la corona anteriore, le pedivelle e i pedali, la catena e gli eventuali cambio e deragliatore.

Potremo così dipingere la nostra amica senza rischiare di bloccarne gli ingranaggi.

Se abbiamo poco tempo, scarsa dimestichezza con la meccanica e a malapena qualche chiave inglese, procederemo come segue.

Muniamoci di fogli di giornale in abbondanza e di scotch carta.

Smontiamo soltanto le ruote e togliamo la sella.

Con giornale e scotch, copriamo con cura le parti mobili restanti: il manubrio e il suo piantone, i freni, la corona anteriore, le pedivelle e i pedali, la catena, gli eventuali cambio e deragliatore.

Facciamo attenzione a coprire bene anche le giunture (l’asse del movimento centrale a cui è attaccata la corona, l’attacco della forcella al telaio) e i cavi dei freni e del cambio.

Possiamo così colorare la bici senza sporcarne le parti cromate e mobili, assicurandoci la possibilità di smontare, in futuro, eventuali parti da sostituire. E soprattutto garantendo il movimento fluido della nostra compagna.

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