Sul movimento dei forconi (il mio più classico armiamoci e partite)

forconiFuori dalle mura di Mühlhausen, capimmo di aver commesso l’errore più grave. Un errore irripetibile. Con la città alle spalle fu a me che Ottilie mormorò quella lezione: – Avevi ragione tu. Senza i contadini non possiamo niente.”

Luther Blisset, Q

Blocco di caselli e porti dal 16 al 20 gennaio ad opera di Aias (Associazione Imprese Autotrasportatori Siciliani) e Movimento dei Forconi. Io non so di chi si tratti veramente, non ho informazioni dettagliate nè posso dare testimonianza diretta di ciò che sta accadendo. Mi limito ad esprimere il prurito che ho sotto il culo.

C’è chi dice che hanno ricevuto appoggio da Forza Nuova, loro si definiscono apartitici. Agricoltori, allevatori e trasportatori. Di certo c’è che se ne parla poco, si snobba il fenomeno perchè lo si considera poco più che la scoreggia di un camion. Ora, mi viene da pensare soltanto che chi decide di prendersi le strade nella sostanza non sta sbagliando. E’ triste che lo faccia solo per protestare contro un aumento di carburante o per difendere gli interessi del maledetto trasporto su gomma (dalla produzione al consumo). O per un discorso senza scheletro del tipo “a morte tutti i politici, ci stanno ammazzando”, quando questa stessa classe politica è anche espressione di un popolo, quello siciliano (o almeno della sua imbarazzante maggioranza), che negli anni ha imparato a votare a 90 gradi, mendicando favori, assecondando il potere mafioso e le razzie dello stato. Che si siano svegliati tutti di colpo mi pare poco credibile, per non dire che puzza di minchiata.

Resta l’azione, restano le strade bloccate, anche se poco e male. Occupate, anche se non si capisce bene da chi e per cosa.

Resta il fatto che chi avrebbe il dovere di occupare le stesse strade, e dare forma e corpo al discorso perchè possiede mezzi e coscienza per farlo, se ne sta in casa a snobbare i blocchi, storcere il naso, cercare il neo, leggere delle rivolte in Romania o disquisire sull’importanza del movimento NO-TAV. Senza probabilmente cogliere l’occasione per condividere uno spazio di lotta, moltiplicare voci e punti di vista, inventare un cammino o proporre parole per riempire di senso un grido scomposto. Non si tratta di intestarsi una battaglia, ma di segnare una presenza, di dire “ci siamo anche noi” e poi saper spiegare anche perchè e verso quale destinazione. Si tratta di essere capaci di partecipare anche al fianco di chi non ci convince, di chi magari tornerà a casa appena ottenuta una promessa che vale pochi centesimo al litro. Si tratta poi di convincerlo a restare, a capire come e perchè ha scelto il masochismo, permettendo che gliela sbattessero in culo per anni, cieco a qualsiasi conseguenza futura e contento della benevola concessione dei signori.

Forse bisognerebbe approfittare in qualche modo dell’opportunità di appiccare il fuoco in casa propria.

Segue dibattito, se volete.

Nota: da una rapida ricerca sul Giuggiolone, sembra che Antonella Morsello, tra i promotori del movimento e della protesta, sia proprio pappa e ciccia con Forza Nuova, una camerata di ferro insomma. E la questione non cambia, i fascisti sono lì e urlano tutta la loro ignoranza, strumentalizzando anche la fame. Noi invece dove siamo? Perchè gli lasciamo questo spazio?

1 Comment
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    Posted at 18:07h, 14 Marzo

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