Un anno 12-05-14
E' già passato un anno, un intero anno in cui è accaduto...
E' già passato un anno, un intero anno in cui è accaduto...
“Ya nunca alumbraré con las estrellas
nuestra marcha sin querellas
por las noches de Pompeya.
Las calles y las lunas suburbanas,
y mi amor y tu ventana
todo ha muerto ya lo sé“
Il Polaco Goyeneche canta e sputa sangue e rum ad ogni verso. E io rivedo Pompeya affacciarsi dal terriccio della sua gola. D’improvviso il cielo di latta di agosto vince a gomitate uno spazio tra i palazzi e rimane da solo, immenso e grigio cielo della penultima America. Cammino per Avenida Saenz, sui marciapiedi di facce scure. Nel silenzio esplode il ventre dei kioscos di incarti di merendine, di polvere, reggaeton e cumbia. E tu non ci sei, impossibile anche solo pensarti qui. Tu che mi hai insegnato a sparire.
Mai dichiarare il proprio amore seduti sul sagrato di una chiesa. E se ci siete già cascati, rimediandone sofferenza al cuore e ai glutei, abbiate almeno l’accortezza di non commettere lo stesso errore una seconda volta. D’accordo, vi piace sfidare la sorte. Ma cercate di ricordare che una chiesa in cui ogni 27 di aprile si celebra, ininterrottamente da chissà quanti anni, una messa in suffragio di Benito Mussolini, non può che portarvi male.
Passeggiano per i vialetti, sotto la volta scarmigliata degli alberi. Non hanno fretta. Scelgono una panchina, siedono, ridono, si baciano. Si rimettono in piedi e continuano a vagare per il parco, a guardare le foglie. Come nel loro Eden, sono soli. Tornano a sedersi, lui addirittura si sdraia, lei si mette per traverso, gli si appoggia sulla pancia. Si guardano da vicino, parlano, si accarezzano. Intanto una mamma, africana a giudicare dal suono della lingua, viene a pranzare. Suo figlio è un marmocchio in maglietta a righe a cui scappa la pipì.
En enero de 2011, los dedos se dejaron escapar este intento frustrado de cuento, incompleto y banal. En ello toma cuerpo una idea de ciertas historias de amor, su desarrollo y desenlace inexorable, su naturaleza ficticia.
enTRENamiento
La mirada colgada afuera de la ventanilla, en los edificios que iban creciendo paso a paso. El Tigre ya agua de recuerdo, trás el último vagón. Uñas sin pintar, las manos quietas encima del vientre. Cansada en el tiempo vacío del transborde, los ojos bordeados de una belleza india, casi despiertos. Enloquecidos por el movimiento. Bajo el peso de las pestañas, espejos para un paisaje de seda y agujas.
Dopo settimane di silenzio per naufragio, settimane in cui questo spazio ha...
Qualcuno diceva che il tango è un pensiero triste che si balla,...
Cari elettori e appassionati di politica, state vivendo ancora una volta uno...